Facebook – caduta sempre più libera dopo indagine NYT

Nel leggere la colossale indagine del New York Times su Facebook di pochi giorni fa, ci siamo chiesti se fosse più interessante il reportage in sè, o le conseguenze che sarebbero derivate.


La reazione

Giovedì scorso è arrivata la pronta risposta, ma l’impatto è stato oltremodo fiacco.

Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, ha tenuto una conferenza telefonica programmata con i giornalisti per discutere di “Un piano per la governance e l’applicazione dei contenuti” (A Blueprint for Content Governance and Enforcement), che includeva nuove misure di controllo dei contenuti stessi.

Un nuovo aggiornamento sull’approccio pianificato del social network per gestire post problematici e problemi diversi come il bullismo alle notizie false.

Ma, naturalmente, i giornalisti volevano parlare dei problemi vorticosi emersi dai rapporti del New York Times.
La domanda clue è chiaramente se veramente

Facebook abbia pagato lobbisti per attaccare rivali e critici

.


Facebook risponde “Non lo sapevo”

Zuckerberg ha affermato – come emerge dall’articolo del The Verge – di non avere la minima idea di chi internamente a Facebook abbia pagato lobbisti discutibili (in questo caso noti come Definers Public Affairs).

“Ho saputo di questa relazione quando ho letto il pezzo del New York Times di ieri”, ha detto Zuckerberg. “Non appena ho letto, ho detto che questo non è il tipo di azienda con cui vogliamo lavorare e abbiamo smesso di lavorare con loro”.

Il COO di Facebook Sheryl Sandberg ha pubblicato un post su Facebook spiegando che anche lei non lo sapeva e ha detto che alcuni elementi del reportage del Times sono falsi o “semplicemente sbagliati”.

Il consiglio d’amministrazione di Facebook ha supportato Sandberg e Zuckerberg e ha definito “ingiusto” l’articolo del New York Times. Qualora voleste approfondire in merito, vi consigliamo la lettura di questo articolo pubblicato dal The Guardian in merito.

Il fatto è che, come sottolineato ovunque per tutto il web, il termine “ingiusto” è davvero interessante e parla praticamente da solo.

Ingiusto non significa falso.

Le colpe

Quindi a chi vanno le colpe se i capi non sapevano? Posizione strana per i leader di Facebook…

La verità, tuttavia, è che i problemi delineati in questa storia provengono dall’alto del management. Che si tratti di processo decisionale scadente o di totale assenza di decisioni, i problemi portati alla luce dal NYT devono essere fatti risalire a due sole persone: Zuckerberg e Sandberg.

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